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La nuova Chiesa

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Msg Medjugorje
Messaggio di Medjugorje del 25 maggio 2014
Cari figli! Pregate e siate coscienti che senza Dio siete polvere. Perciò volgete i vostri pensieri e il vostro cuore a Dio e alla preghiera. Confidate nel Suo amore. Nello Spirito di Dio, figlioli, tutti voi siete invitati ad essere testimoni. Voi siete preziosi e io vi invito, figlioli, alla santità, alla vita eterna. Perciò siate coscienti che questa vita è passeggera. Io vi amo e vi invito alla nuova vita di conversione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. continua»
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Storia della Parrocchia e della sua chiesa

Cari visitatori, siamo spiacenti, ma non è stato possibile trovare informazioni dettagliate sulla storia della nostra parrocchia e ci siamo quindi attenuti al testo redatto nel 1970 in occasione del 25 anniversario del SS.mo Crocifisso, ad opera di alcuni ricercatori paesani e non, tra cui lo stesso don Pietro.

Con la nascita dell'Ordine francescano (avvenimento da collocare a cavallo tra primo e secondo decennio del XIII secolo) si ebbe un'intensa rifioritura del culto mariano ( per altro mai completamente assente) tanto dalla complessa liturgia quanto dalla più semplice devozione popolare. Non sorprende affatto, quindi, che la piccola chiesetta di Castel del Piano,(in origine non parrocchiale a causa della scarsezza dei fuochi familiari) venne intitolata alla Vergine Maria già a partire dal 1387, stando a quanto ci dicono le poche fonti in nostro possesso.

Primi proprietari di questo luogo furono i ricchissimi monaci benedettini dell'abbazia perugina di San Pietro, detentori di vasti immobili in tutta la zona. Purtroppo nulla si sa di concreto sui rapporti intercorsi tra la comunità del Castellum Plani Pilae e l'Ordine fondato da San Benedetto,che, per certi versi risulterebbero molto interessanti.

Per avere altre notizie circa la chiesa occorre aspettare il 1453, data in cui compare la prima formulazione del catasto particolare dei beni parrocchiali, documento che, se disponibile, chiarirebbe non pochi dubbi. Nonostante ciò, possiamo presupporre, che la vita di questa comunità durante il XIV secolo trascorresse "tranquillamente", occupata a scampare ai malesseri creati dalla circostante palude( del 1415 un primo intervento comunale per il suo prosciugamento).

Vent'anni dopo (1474), l'abate di San Pietro, D. Gaspare Giordani di Pavia, assegnò la chiesetta di Santa Maria a ser Geremia di Giovanni da Parma, canonico professo dell'Ordine del SS. Sepolcro, resasi libera in seguito all'assenza, non si sa di quale natura, del precedente parroco un certo don Antonio. Nonostante che all'inizio del 1500 Santa Maria fosse divenuta priorato, le sue condizioni erano di profonda rovina, così profonda da richiedere l'intervento diretto dell'abate D. Marco da Cremona, il quale stipulò un contratto con gli stessi parrocchiani con l'unico scopo di riedificare la Chiesa curata che "minacciava rovina".

Venendo a mancare fonti dirette, non ci rimane che adeguarsi ai resoconti delle Visite pastorali che, comunque, ci informano su dei particolari di non poco conto, come quelli offertici dalla visita del 3 settembre 1565 di don Donato Turris, vicario del card. Fulvio della Corgna, in cui si dice che rettore della chiesa era Giovanni Antonio di Felice del Castello di Spina e che l'altare maggiore non era consacrato ma portatile, con un tabernacolo anch'esso di legno ma ben tenuto. Fermiamoci un attimo. Cerchiamo di figurarci come potesse essere la chiesa cinque secoli fa: un'aula rettangolare bassa e piccola, coperta con travature di legno, quasi certamente buia e forse con qualche affresco lungo le pareti, un altare portatile con sopra il tabernacolo, entrambi di legno, un minuscolo campanile sul tetto. Poco, si potrebbe dire, ma certamente bastava alle esigenze di quella piccola comunità, peraltro non molto esigente in materia. La Chiesa era povera, piccola e mal tenuta, non aveva rendite consistenti ed i parroci che nel tempo si susseguirono, proprio per questo, poco vi restavano. Addirittura, durante la Visita pastorale del 1587, il rettore in carica, Cristofero de Ciceri, un perugino, non si fece trovare.

La situazione, nel corso dei secoli, non cambierà di molto: sempre dalle visite pastorali si può dedurre che la manutenzione era scarsa in quanto si richiedeva quasi sempre di ricoprire le tombe scoperchiate e di riposizionare il SS.mo nel tabernacolo. Al di là della noncuranza verso la struttura della chiesa, ci sembra di poter cogliere tra i pochi parrocchiani ivi residenti (siamo nell'ordine di 150-300 anime, almeno fino quasi allo scadere del 1700) un vivo spirito ed un profondo sentimento squisitamente devozionale. Del 1583 la notizia della presenza di un simulacro della Crocifissione, inserito tra figure dipinte di santi; nel 1587, si parla di un altare dedicato a S. Ubaldo, in onore del quale era consuetudine celebrare una festa; nel 1635 si richiede la creazione di un gradino per l'altare di proprietà della Pia Unione della Madonna del Rosario e la ricerca di un donatore che permettesse la costruzione di un altro altare, questo dedicato a Sant'Antonio Abate; le varie cappelle sparse per tutto il paese, quali la Cappella di San Francesco (o Ughi), la Cappella dedicata alla Madonna della Mattea (o del Vanese), la Cappella della Madonna del Sale (o del Sere) e la Cappella dedicata alla Beata Vergine del S. Rosario (o Serego).

D'un sol balzo, purtroppo sempre e solo a causa della mancanza di notizie, passiamo al 1820 quando il parroco don Campalastri, in collaborazione col capomastro Natalangelo Vignaroli e le pitture di Lasatelli, rimette a nuovo la chiesa. Ma non bastava ancora: nel 1845, la ditta Biscarini Angelo venne incaricata di rifare la volta completa, mentre nel 1886, su progetto dell'architetto Biscarini, del capomastro Alessandro Fiorini e del muratore Ciuchini, nasce la nuova Chiesa, a pianta greca che sarà benedetta solennemente dall'arcivescovo Mons. Federico Foschi il 19 agosto 1888 alla presenza del parroco don Ottaviano Oderisio. Unica pecca, la mancanza della decorazione pittorica, alla quale ben presto si pose rimedio con l'intervento del prof. Giovanni Ellero, docente all'Accademia di Belle arti di Perugia, coadiuvato da Pio Menigatti nel 1920 . Il fervore per la nuova chiesa, pi grande e sontuosa, prese il sopravvento: nel 1924 si edificò la cappella che riproduceva la grotta di Lourdes, per mano del capomastro Vitaliano Menicucci con l'aiuto dei giovani del luogo. Nel 1934 si tolse l'istallazione poco felice dell'organo (ovvero cantoria e balaustra, entrambi dietro l'altare), mentre nel 1947 si sostituì il vecchio altare del Crocefisso con uno nuovo fatto con marmi colorati. Per magnificare la Festa del SS. Crocefisso del 1970, si pensò al completo il rifacimento sia del pavimento (ora di pietra dura di Prodo e Trani) che dell'altare presbiteriale con un nuovo tabernacolo, ordinato all'orafo Pietro Magni ed alla pittrice Marta Bozzolini Pieraccini di Poggibonsi, e due amboni laterali in rosso di Verona. Il progetto di risistemazione fu dell'architetto Alfredo Cirenei, un compaesano.

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